Win & Co. srl

31 marzo 2020

All Shall be Well! - Tutto Andrà Bene


di: Alessandra Camerano, Win & Co. srl
Sezione: Strumenti di ricerca, saggi, links

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Da una mistica del 1300… la speranza contro il Covid-19

Giuliana di Norwich (1343-1461), beata, mistica e anacoreta, scrive nelle sue Rivelazioni del Divino amore”, la frase All shall be well, unica consolazione in anni di guerre ed epidemieMentre trascorre la sua vita da eremita, con la sola compagnia di un gattino curioso, entrato da una fessura della porta sigillata, Giuliana e il suo amico “di cella”, condividono pace, solitudine e meditazioni.

Il rapporto che li lega è così stretto che il gatto - di cui non si conosce il nome - è accanto a Giuliana in molte delle immagini sacre che li rappresentano e forse a sè stessa e al suo amico, per cercare conforto, Giuliana ripeteva e si ripeteva: Tutto andrà bene.  Quando si ammala di peste, durante una visione mistica, Giuliana rivive la Passione di Cristo che racconta proprio nelle Rivelazioni, opera di forte impatto e grande diffusione, portatrice di un messaggio innovativo: scritta da una donna (in pieno Medioevo), usa un linguaggio comprensibile a tutti e diffonde la rivoluzionaria tesi che Dio è Padre e Madre, poiché Creatore.

All shall be well, nel tempo, identifica la stessa Giuliana; ma la frase è di Dio e Giuliana è solo la sua messaggera che, con semplicità, pone all’Autore domande precise (le nostre stesse domande anche di questi giorni) che nelle Rivelazioni si susseguono con ritmo incalzante per 13 capitoli. Giuliana “discute” letteralmente con il Creatore: se Dio è buono – chiede – perché c’è il male (teodicea agostiniana)? E soprattutto COME agire per far andare bene le cose? La risposta religiosa è relativamente semplice: “All shall be well”, come? Con la fede. Lo sanno i Santi e lo sostiene chi crede.

Probabilmente senza conoscere l’origine divina, nella devastante situazione di oggi, è ricomparsa la frase, diventata hashtag per eccellenza e che tuttavia già sta perdendo la sua forza. Sarà mica che non crediamo più che All shall be well? Sarà mica che ormai “sul chi vive” non ne siamo affatto convinti? Il problema è che i conti non ci tornano… e mentre ci facciamo forza, ripetendo dalle finestre l’hashtag, disegnato con arcobaleni colorati, il dubbio ci corrode.

Dubbio lecito se chi sta gestendo per noi il Covid-19 (ammesso che non sia il Covid-19 a gestire noi e loro), quegli stessi che plaudono all’unità degli Italiani brava gente, forse non hanno riflettuto abbastanza sulle conseguenze di cosa promettono, mentre ripetono con un mezzo sorriso… Tutto andrà bene.

Perché qui, ormai, non c’è più niente da ridere e insieme all’hashtag quel Qualcuno dovrebbe spiegarci cosa sia questo All, invece di chiederci fiducia cieca e speranza nel cuore. Il Tutto/All se non determinato, è soggettivo, come quando Conte ci “prega” di uscire solo se necessario e ognuno di noi segue le “proprie necessità”. In un mondo peace and love magari funzionava: Tutto, sarebbe stato lavoro-amore-sogni… e soprattutto sarebbe stato la fine del Covid-19. Così avremmo cantato mano nella mano All shall be well e magari pure l’Inno d’Italia.

Nel mondo reale però (se non ci rivolgiamo a Dio) nasce un semplice problema grammaticale che genera in noi la paura di essere in balia del destino tanto quanto chi dovrebbe guidarci. La frase non ha un soggetto né un oggetto ben definiti… e forse per questo ha perso la sua forza. E al contrario di quanto richiesto, ripetendola… sveliamo il trucco e non ci convince nemmeno più tanto perché Tutto – così poco esplicitato – coincide con Niente e l’oggetto sottinteso, il futuro senza virus, non lo conosciamo e nessuno ci sa dire se e quando sconfiggeremo il Covid-19.

E allora cosa ci resta?

La fede (per chi ce l’ha), la speranza (forever and ever)… oppure dobbiamo modificare la frase: togliere la terza persona e inserire il soggetto, ricorrendo all’ever green Aiutati che Dio ti aiuta, in sintesi il chiaro messaggio contiano-arcuriano-borrelliano di questi ultimi giorni con cui ci “implorano” di stare a casa.

Il soggetto e la speranza ora siamo NOI, ITALIANI BRAVA GENTE, cui hanno diplomaticamente passato la palla. E siccome nessuno può dirci: “Tranquilli… Faremo in modo NOI che vada tutto bene per VOI” (sono troppi i morti sulla coscienza), siamo soli col cerino in mano e ci arrangiamo con le mascherine fai da te, con gli ospedali che esplodono…, orgogliosi di considerare eroe chi sta facendo senza risorse il suo lavoro quotidiano.

Siamo passati dall’impersonale alla prima plurale: Tutto=Noi, e forse NOI, proprio NOI, da soli, fermeremo la pandemia, facendo ciò che si faceva già nel Medioevo: evitare il contagio. Perché chi ci guida alterna l’IO e il Voi con troppa frequenza e ci ripete: voi dovete, voi farete, voi riuscirete… e infine aggiunge “credetemi perché se IO vi dico così e VOI farete colì… allora NOI tutti uniti vinceremo”.  

Altro che lavarsi le mani (almeno 20 secondi) di Ponzio Pilato.

Attenzione quindi, perché in quel All Shall be Well che abbiamo usato fino ad ora c’è nascosto un altro hashtag o forse due o anche tre: “#Pregate” come ha fatto la Beata Giuliana, “#A da passa a’ nottata” di teatrale memoria …. e forse il più utile in questo momento “#Aiutati che Dio t’aiuta…”

Continuate a meditare gente… meditate.

 

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